Bunyola, Isole Baleari, Spagna
Exclusive luxury estate collection in Bunyola
75.000.000 €
- 29 Camere da letto32 Bagni5570 m² Zona giorno241.000 m² Area della trama
Per festeggiare l’apertura del suo nuovo boutique hotel Son Bunyo la, Sir Richard Branson ha accolto i suoi ospiti a Maiorca: ventiquattro ore a tu per tu con l’esuberante fondatore di Virgin, un imprenditore seriale e avventuriero con 30 mila dipendenti in trenta paesi, che non riesce a rinunciare all’idea di migliorare il mondo.
Problema
02/24
Posizione
Mallorca, Spain
Fotografia
Virgin Limited edition
Dal cielo maiorchino picchia un implacabile sole e pur usando una bici elettrica inizio a sudare le proverbiali sette camicie. Ansimante cerco di tenere il passo con l’uomo davanti a me che diventa sempre più piccolo, mentre sfreccia attraverso il paesaggio collinare, apparentemente imune alle forze gravitazionali: Sir Richard Branson!
Tra due giorni, la sua compagnia Virgin Galactic lancerà i primi voli spaziali commerciali, ma non solo: è stato appena comunicato che Jennifer Lopez sarà la Chief Celebrations Officer delle nuove crociere per soli adulti della Virgin Voyages. Pur avendo un’agenda strapiena, l’imprenditore seriale 73enne ha preso un volo per Maiorca, dove vuole inaugurare di persona l’ultimo dei suoi numerosi progetti.
Sceso dall’aereo in ottima forma e pieno di entusiasmo, si è tuffato per prima cosa nella piscina dell’albergo lunga 28 metri, per macinare qualche vasca. Per poi proporre un giro spontaneo in bici lungo il perimetro del suo nuovo nato: il boutique hotel Son Bunyola con 26 camere e tre ville indipendenti, situato nei pressi di Banyalbufar, sulla costa occidentale di Maiorca ai piedi della romantica Sierra di Tramuntana. Circondato da 15 mila ulivi secolari, l’albergo si affaccia su una costa immacolata. «25 anni fa sono venuto la prima volta per vedere questa spettacolare tenuta» racconta Richard Branson, quando ci incontriamo dopo il giro in bici sulla terrazza per l’intervista guardando il tramonta nelle acque scintillanti del Mediterraneo. Già questa vista vale il viaggio!
All’epoca, quando Branson comprò la tenuta, aveva già un piccolo albergo di lusso a Maiorca, nato da un rudere nelle vicinanze di Deià, trasformato da lui nel 1987 nell’albergo 5 stelle La Residencia e oggi gestito dal gruppo Belmond. «In realtà sono venuto a Maiorca per inseguire un mio amore perduto» continua a raccontare con un sorriso l’avventuriero. «È stato tanti anni fa, ero un giovanotto poco più di ventenne. La donna con la quale convivevo e che amavo tanto, scappò per andare a vivere su quest’isola con un uomo. Pur non riuscendo a riconquistarla, un giorno mi chiamò per raccontarmi di un luogo straordinario. È lì che ho aperto anni dopo La Residencia».
La storia del Son Bunyola è ancora più avvincente, emblematica per tutte le iniziative programmate da Richard Branson. Tutte hanno un comune denominatore: l’uomo dietro il progetto non ama arrendersi. Dopo aver comprato la tenuta nel 1994, Branson tenta invano per diversi anni di sviluppare un progetto edilizio, vendendo infine nel 2002 la proprietà, quando gli vengono negati i permessi edilizi necessari per avviare i lavori. Così si concentra sull’espansione globale del suo gruppo alberghiero Virgin, sviluppando parallelamente la più esclusiva Virgin Limited Edition, una collezione di case particolarmente lussuose nei Caraibi, in Sudafrica e in Svizzera. Nel 2015, l’acquirente del Son Bunyola gli sottopone l’offerta di riacquistare la tenuta di 520 ettari per lo stesso prezzo ottenuto da Branson al momento della vendita precedente. L’imprenditore accetta. Nel frattempo il governo maiorchino comincia a sostenere in modo mirato progetti alberghieri di pregio attenti alla sostenibilità. Ora, con l’amministrazione in modus cooperativo, Branson riesce in seconda battuta a superare la parte burocratica della ristrutturazione in tempi quasi da record.
Come ci si sente, quando si riesce dopo tanti anni a raggiungere finalmente ben due obiettivi che sembravano fino a poco tempo fa impossibili da realizzare? Volare nello spazio con la propria compagnia di voli interspaziali e, ora, il lieto fine di questo progetto sognato con tutto il cuore... (Branson ride, riflette un attimo e continua con serietà)
È davvero straordinario! 25 anni fa abbiamo cominciato a delineare il progetto per questo albergo e ora, in contemporanea all’inaugurazione, stiamo lanciando i nostri primi voli con la Virgin Galactic, la nostra compagnia di voli spaziali. Ieri, mentre stavo passeggiando nei terreni dell’albergo, ho avuto un momento di euforia, simile a quella vissuta qualche mese fa quando mi sono trovato per la prima volta sospeso nello spazio. Vedere che questo sogno si è realizzato è inebriante.
Uno dei tanti sogni che ha realizzato! Mi può descrivere come si è sentito, la prima volta nello spazio?
È stata la giornata più eccitante della mia vita, il culmine di un mio sogno. Sulla pista c’erano anche i miei figli e i miei nipoti. Stranamente, non c’è mai stato un momento in cui avessi avuto paura. Volevo godermi ogni singolo minuto di questa giornata, ogni singola esperienza estrema, fino alla velocità di tremilacinquecento miglia l’ora. Poi, il fragore dei motori scompare di colpo e ti trovi a librarti nel meraviglioso silenzio dello spazio guardando la terra alle tue spalle. Per un momento ho pensato: di sicuro, tra poco mi sveglierò e sarà stato soltanto un incredibile sogno.
Quindi, si può affermare tranquillamente che le avventure piene di rischi sono la sua specialità! Come affronta le voci critiche che amano puntualizzare quali siano i grandi pericoli impliciti a questo tipo di imprese?
Il mio motto è sempre stato: ‘Può darsi che i coraggiosi non vivano per sempre, ma i prudenti non vivono affatto!’ Non bisogna dimenticare che il mondo ha bisogno di pionieri. Con ogni missione spaziale e con ogni immersione nelle profondità degli oceani si impara qualcosa di nuovo. Solo grazie all’esperienza si guadagna in sicurezza. In genere tocca a quelli che fanno le cose per la prima o seconda volta di spingere il mondo un passo più avanti. E temo che questo possa essere a volte doloroso.
Joan Templeman, moglie di Branson e sua compagna da quasi 50 anni, la figlia Holly e il figlio Sam, hanno dovuto sopportare molte situazioni pericolose, preoccupandosi per il marito e padre alla ricerca di avventure. Holly funge da Chief Purpose and Vision Officer, diventando sempre più la faccia del gruppo Virgin, Sam lavora come musicista e filmmaker. Anche i cinque nipoti (tra i 3 e i 7 anni) rivestono un ruolo importante nella vita di Richard Branson. Per farsi un’idea dell’intensolegame tra l’imprenditore e la sua famiglia basta guardare su Instagram, dove ha un seguito di quasi cinque milioni di persone. Quando parliamo dei suoi nipoti, Branson ride e tira fuori lo smartphone per farmi ascoltare con orgoglio i messaggi vocali scambiati quotidianamente con i ragazzini.
Pare che sia stata principalmente sua madre Eve ad avergli plasmato la vita, l’audacia e lo spirito imprenditoriale. È morta a 96 anni, a gennaio 2021, per le conseguenze del Covid. Prima, però, aveva seguito con entusiasmo ogni singola idea imprenditoriale o avventura del figlio, comprese quelle più strambe. Nell’ultimo documentario HBO sulla sua vita, non può sfuggire la somiglianza fisica tra madre e figlio. Tutt’oggi, l’imprenditore non sopporta il titolo del documentario, BRANSON: «Un nome talmente noioso! Avrei preferito di gran lunga se l’avessero chiamato ‘Il figlio di Eve’». Non senza motivo. Branson ha deciso di dare alla prima navicella spaziale di Virgin Galactic il nome VMS Eve! «Da giovane, mia madre era una piccola imprenditrice, molto dinamica. In tante famiglie è piuttosto il padre ad esercitare un’influenza sul figlio ma da noi era decisamente mia madre. Mi ha trasmesso parte della sua personalità irrequieta e curiosa ed è stata capace di trattare la mia dislessia in modo amorevole, sempre piena di comprensione. Durante la mia infanzia amavo le prove di coraggio e lei è stata la mia più grande sostenitrice. Mi ha anche sostenuto quando volevo abbandonare la scuola a 15 anni, perché mi consideravano un caso senza speranza. Ricordo una passeggiata nel giardino, con mia madre e mio padre, conclusa da lei con l’affermazione: «Ovviamente tu sai benissimo quel che vuoi fare!»
Non mancano le scene avventurose nel documentario HBO, come quella dove si vede Branson circumnavigare il mondo in mongolfiera. Quando sale nel cesto, si vede che sua madre vorrebbe andare con lui, forse perché da giovane faceva l’accompagnatrice di volo. «Credo che fino ad oggi sia stata la mia avventura più pericolosa. Circumnavigare il mondo in mongolfiera era una prima assoluta, a maggior ragione considerando che le mongolfiere volano dove le porta il vento. Non c’è alcun controllo. Ogni tempesta rischia di fare a pezzi il pallone. Ero giovane e temerario, ci hanno tirato fuori dal mare quattro o cinque volte. Ma ce l’abbiamo fatta. Siamo stati i primi a sorvolare l’Atlantico e, poi, i primi ad attraversare il Pacifico, partendo dal Giappone per approdare a Los Angeles. Purtroppo, abbiamo mancato la meta di 3.218 miglia, atterrando nell’Artide. A dimostrazione della imprevedibilità e impossibilità di calcolare le rotte! In confronto, i viaggi spaziali sono più sicuri. Abbiamo investito vent’anni nella costruzione delle nostre navicelle spaziali, un processo che ha rilevato tutti i rischi».
Lei è un imprenditore nel vero senso del termine, motivo per cui la Regina d’Inghilterra l’ha nobilitato nel 2000. Fino ad oggi, lei ha fondato, tra le altre cose, una casa discografica, una compagnia aerea e un emittente radiofonico, per poi lanciarsi anche nel settore alberghiero, nei viaggi spaziali e nel mondo delle crociere. Come si fa, realizzare così tante magnifiche idee?
Mi dico sempre: «Vai, fallo!» Sono incredibilmente curioso, amo imparare e creare cose nuove. In genere, mi circondo di persone che sono migliori di me. Voglio ottenere il miglior risultato possibile, il miglior albergo, la miglior linea ferroviaria, la miglior casa di produzione discografica. Suona semplice, ma è più facile dirlo che farlo. Ho cominciato con un capitale iniziale di 200 sterline, ricevute da mia madre sotto forma di una collana. Glilo sto dicendo, per farle capire che è possibile farsi strada anche quando non si hanno soldi. Ero un giovanotto dislessico che aveva lasciato la scuola a 15 anni, senza un soldo, eppure sono sopravvissuto in un qualche modo. Si possono creare cose meravigliose, procurandosi anticipatamente tutti i soldi necessari per realizzare i propri progetti. Ho imparato dai miei errori, spesso sono stato a pochi passi dalla bancarotta. Ma in qualche modo ho retto. Una cosa è certa: se non ci provi, è assodato che non avrai successo. Quindi, lanciatevi, partite dalle piccole cose da realizzare in un contesto ben delineato e cercate di divertivi lungo la strada!
Lei ha 73 anni, ma frequentandola si sente l’energia di un ragazzo irrequieto. Può darsi che uno dei segreti del suo successo sia stata la sua capacità di mantenere in vita il bambino dentro di lei?
Non ci si dovrebbe mai prendere troppo sul serio! Personalmente adoro i pesci d’aprile, ne ho organizzato alcuni molto divertenti. Una volta ho sorvolato Londra su un disco volante. Atterrando in mezzo a un campo vicino alle piste di Gatwick, ci stava aspettando un poliziotto. E come nel film E. T., lo sportello si è aperto lentamente, sono uscite nubi di ghiaccio sintetico, seguite da una persona molto piccola che è uscita prima degli altri. Scendendo anch’io, mi hanno arrestato subito, perché avevo sprecato il tempo della polizia. È stato fantastico! (Branson fa una pausa di riflessione e continua:) Mi capita di stare disteso sul mio letto, di mattina, pensando che la mia vita sia un incredibile sogno. Sono consapevole del privilegio di vivere una vita straordinaria. Penso a tutte le mie avventure, alle magnifiche esperienze vissute. Non tutto è andato a buon fine, ma almeno sono ancora sposato con la stessa donna, da 45 anni!
Bunyola, Isole Baleari, Spagna
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