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Venezia, a casa di Giacomo Casanova

Chi era Casanova? Un avventuriero, un alchimista, un seduttore ma soprattutto uno straordinario narratore del Settecento europeo. 


Chi era Casanova? A questa domanda quasi tutti risponderebbero “un famoso seduttore”. Vero, ma solo in parte, perché Giacomo Girolamo Casanova, nato a Venezia il 2 aprile 1725 è stato molto di più: un avventuriero, un galeotto, una spia e un grande cronista, capace di trasformare le sue avventure galanti in letteratura. 


Per iniziare a conoscere chi era davvero Casanova, bisogna partire dalla sua casa natale a Venezia, in Calle della Commedia (ora Calle Malipiero), un nome che richiama il lavoro dei genitori, entrambi attori professionisti in una Venezia dove la letteratura e il teatro riempivano teatri e salotti. Qui inizia la leggenda di Giacomo Casanova, probabilmente figlio di una relazione extra coniugale della madre con un patrizio veneziano, Michele Grimani, che a lungo lo protesse. Allo stesso modo fece un altro importante veneziano Matteo Bragadin, soccorso dal Casanova e da allora suo amico e finanziatore. 


In effetti al giovane Casanova, solito a cacciarsi nei guai, servì spesso l’aiuto dei potenti amici, fin da quando, terminati gli studi in giurisprudenza, venne imprigionato una prima volta, per tre mesi. Un assaggio di quello che sarebbe capitato qualche anno dopo quando fu protagonista di una rocambolesca fuga dai terribili Piombi dove era stato incarcerato dall’Inquisizione per le accuse di libertinaggio e massoneria.  Corre il 1755 quando Casanova è costretto a scappare sui tetti di Venezia  per raggiungere una gondola amica e scomparire nella notte, probabilmente con l’aiuto dei suoi potenti protettori, per poi prendere la via dell’Europa. Inizia così il lungo peregrinare dell’avvocato, letterato e seduttore, tra le grandi corte europee. 


La vita di Casanova si intreccia con quella dei personaggi più in vista dell’epoca, da Rousseau a Voltaire fino a Mozart e Madame de Pompadour. Lui è bravissimo a diventare un bon vivant richiesto in tutti i più importanti salotti. Qui conosce la marchesa d’Urfé, ricca nobildonna, che grazie alle sue cospicue finanze arriverà spesso in suo aiuto. Nel frattempo Casanova passa attraverso incarichi professionali di vario tipo, avventure imprenditoriali poco fortunate e qualche trovata geniale come quando introduce in Francia l’idea di istituire una lotteria nazionale per rimpolpare le casse dello Stato, un’idea a lungo praticata. Casanova, nonostante la sua brillante intelligenza, non trova un porto sicuro nell’Europa agitata dai venti di rivoluzione: dopo la Francia si reca nei Paesi Bassi, in Svizzera, nelle più importanti città italiane - Roma, Genova, Napoli - quindi va a Berlino dove incontra il re Federico il Grande e a Mosca dove invece viene accolto addirittura dall'imperatrice Caterina II. In Polonia esce vivo per miracolo da un duello con le armi da fuoco. Da qui deve riparare in Austria e quindi nuovamente in Francia da dove viene definitivamente cacciato per volere della marchesa d’Urfé, sua antica amante, raggirata dalle sue promesse di procurarle con l’alchimia l’eterna giovinezza.


La casa di Casanova però resta Venezia e così, pur di rientrare in patria, viene a patti con l’Inquisizione che lo aveva incarcerato offrendosi come spia in cambio della cancellazione dei debiti con la giustizia. La grazia arriva finalmente nel 1774: Casanova può fare ritorno a Venezia dopo quasi due decenni trascorsi da esiliato di lusso nelle grandi capitali europee. Anche qui però l’ennesimo litigio, questa volta con i suoi ex protettori Grimani, lo riporta sulla via dell’esilio, a Vienna. Ospitato in un castello vicino alla capitale, scriverà la sua opera più famosa, Histoire de ma vie, che ancora oggi viene considerato uno dei testi più interessanti e ricchi di particolari sulla vita e sui costumi del Settecento. Anche attraverso quest’opera oggi è possibile stimare il numero delle tante storie d’amore, circa centoventi, che caratterizzarono una vita diventata vera e propria opera d’arte. 


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