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Il Carnevale di Venezia è da sempre un evento che si lega alla città di Venezia, e, dal Settecento, al nome di Giacomo Casanova. Sappiamo, infatti, che negli anni vissuti in laguna, Casanova era solito frequentare ricevimenti e balli che diventavano un’occasione per conquiste e avventure. Carnevale, con la sua atmosfera intima e sensuale, e con l’anonimato offerto dalle maschere si presentava come l’occasione perfetta per intrattenersi in relazioni non sempre lecite. Non è un caso che Casanova abbia contribuito a rendere celebre la maschera simbolo del carnevale veneziano, la Bauta. Di colore solitamente bianco, ma talvolta impreziosito anche da filigrana e altre preziose decorazioni, cela gli occhi e il naso, lasciando però scoperta la bocca con cui è possibile mandare e bere indisturbati, ma anche sussurrare proposte licenziose. L’abbinamento perfetto era con il tabarro, un lungo e avvolgente mantello che diventava perfetto per nascondere gli amanti dagli occhi indiscreti.
Possiamo immaginare che fosse proprio questo l’abbigliamento scelto da Casanova in uno degli episodi più famosi che legano Giacomo Casanova e il Carnevale di Venezia, riguardante lo scherzo perpetrato ai danni di un povero marito.
Leggenda vuole che, durante una delle sere di Carnevale del 1745, l’allora ventenne Casanova e un suo amico avessero adocchiato una bella popolana intenta a bere con il marito e alcuni amici. Non potevano farsi scappare l’occasione per inscenare un’incredibile burla. Si finsero funzionari della Repubblica, inviati direttamente dal consiglio dei Dieci. In questo modo convinsero gli uomini ad abbandonare la festa e seguirli fino all’Isola di San Giorgio dove li lasciarono senza imbarcazione per poi tornare dalla giovane popolana. Lei si convinse ad accompagnarli all'osteria delle Do Spade, dove oltre a mangiare e bere, pare, si dedicarono anche alle arti amorose.
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Il Carnevale di Venezia però fu teatro anche dell’unica, vera, storia d’amore di Giacomo Casanova. Fu infatti durante un ballo in maschera che incontrò il suo grande amore, Henriette. Si dice che lei, colta, raffinata, indipendente e naturalmente bellissima, fosse mascherata da ufficiale dell’esercito, accompagnata da un Capitano ungherese. Casanova s’invaghì di lei la sera stessa e cancellò addirittura un viaggio per poter restare con lei nei giorni successivi. Per godere della sua presenza, nonostante fosse già stato respinto più volte, accettò anche di accompagnarla insieme al suo Capitano, in carrozza, a Parma. A quel punto la sorpresa: quello non era il marito e, anzi, per lei fu semplice congedarlo e concedersi a Casanova. I due passarono insieme alcuni mesi che lo scrittore ricorda come i più felici della sua vita. La potente famiglia di lei, però, si oppose alla relazione e la costrinse a lasciarlo. Si incontrarono altre due volte, ma lei che in quelle due occasioni era insieme alla famiglia, finse di non conoscerlo. Lui, l’inguaribile seduttore, non la dimenticò mai.
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