Prototipo di tutte le torri campanarie lagunari, il campanile di San Marco si presenta di pianta quadrata, con il lato di 12 metri e un'altezza di circa 100 metri. La cuspide di coronamento anticamente era utilizzata come faro per i naviganti. Rivestita di lamiere dorate lungo le pareti interne, di notte riusciva a risplendere a chilometri di distanza grazie ai falò accesi al suo interno. Si dice fosse visibile a 40 chilometri, rappresentando per i naviganti una guida sicura verso quello che fu per secoli il principale porto del Mediterraneo.
La storia del campanile di San Marco è millenaria: venne costruito per la prima volta nel XI secolo, probabilmente al posto di una torre di avvistamento e riedificato nella forma attuale ai primi del '500 con l'aggiunta di una cella campanaria con la cuspide rivestita in rame e sormontata da una specie di piattaforma girevole su cui venne posta la statua dell'Arcangelo Gabriele, che aveva anche la funzione d'indicare la direzione dei venti.
Le campane, a loro volta, divennero presto un punto di riferimento per la vita sociale della città come testimoniano tuttora i diversi nomi con cui sono chiamate. La Maggiore, o Marangona, l'unica che si è conservata intatta nei secoli, suonava l'inizio e la fine del lavoro dei marengoni, i carpentieri dell'Arsenale. La Nona segna il mezzogiorno e un tempo indicava il termine ultimo per la consegna alla posta di Rialto. La Trottiera invece dava il segnale ai nobili per mettersi in viaggio verso il Maggior Consiglio, mentre la Pregadi annunciava le riunioni del Senato. La Renghiera, da "renga", cioè arringa, rintoccava in coincidenza delle esecuzioni, motivo per cui divenne nota anche come Campana del Maleficio. Tuttora le campane sono cinque e suonano tutte insieme in occasione delle solennità principali dell'anno liturgico.
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Il campanile su Piazza San Marco segna la vita sociale della città anche grazie alla sua ombra. Fin dal XIV secolo, infatti, alla sua base sostavano bancarelle che vendevano artigianato e vino. Queste avevano l’abitudine di spostarsi con l’ombra della torre, perciò la gente diceva: “Andèmo bèver al’ombra” (Andiamo a bere all’ombra). Con il tempo, nella parlata popolare, la frase diventò “Andèmo bèver un’ombra” (Andiamo a bere un’ombra), dove il significato del termine “ombra” si è via via modificato fino a indicare il bicchiere di vino per antonomasia. Ecco perché tuttora a Venezia si invitano gli amici a bere un'ombra di vino.
Purtroppo il campanile di San Marco visse anche vicende drammatiche. Il 14 luglio 1902, alle 9.47 del mattino, Venezia e tutta la laguna vennero scosse da un boato: il campanile era crollato in una enorme nuvola di polvere. Per fortuna il crollo non coinvolse altri edifici e i danni rimasero limitati ad un angolo della Biblioteca Marciana. La torre campanaria però andò completamente distrutta.
Vi fu subito una corsa alla ricostruzione: con la parola d’ordine “Dov’era e com’era” partirono subito i lavori di rifacimento di uno dei simboli della città. Dieci anni dopo, il 25 aprile 1912, nonostante le molte difficoltà tecniche e problemi di ogni sorta, venne inaugurato il nuovo campanile, identico al precedente, comprensivo della Loggetta ricostruita da Jacopo Sansovino tra il 1537 ed il 1549.
Attualmente è possibile visitare il campanile di San Marco: i biglietti possono essere acquistati anche on line e permettono l'accesso direttamente dalla Loggia del Sansovino sulla piazza. Il prezzo è attualmente di 12 euro e per salire sul campanile di San Marco è previsto unicamente l'utilizzo dell'ascensore.
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