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È il vino italiano più bevuto al mondo. Il suo perlage è affascinante, i profumi sinceri e invitanti, la beva immediata e irresistibile. Basta un bicchiere di Prosecco, e per molti scocca l'ora dell'aperitivo. Un'eccellenza italiana che ha il suo cuore nella provincia di Treviso, in particolar modo tra le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, i centri di produzione più conosciuti, splendido esempio di quel paesaggio vitivinicolo nel quale natura e mano dell'uomo trovano perfetta simbiosi. Ma nonostante la meritata fama, non tutti conoscono alcuni segreti del Prosecco. Ecco allora un piccolo riassunto per districarsi in questo splendido mondo dai numeri mostre. Basti pensare alle bottiglie prodotte ogni anno: ben 486 milioni, che di fatto lo rendono il vino frizzante più consumato al mondo.
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Prosecco è un toponimo realmente esistente, un piccolo paese della provincia di Trieste. E proprio da queste zone arriva il famoso Vino Pucino, amato già dai Romani, come attesta Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia e successivamente il medico Galeno. E già agli inizi del Cinquecento i vini provenienti dalla località del Prosecco vengono nominati in alcuni studi, come quelli del letterato Pietro Bonomo.
Nei secoli la zona di produzione del Prosecco si allarga, trovando la sua elezione nelle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Lo dimostra nel 1962 la nascita del Consorzio di tutela del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, ma anche l'inaugurazione nel 1996 della Strada del Prosecco, che attraversa il territorio di questi due paesi del Trevigiano, prima strada del vino italiana, a riprova della propensione turistica che via via diventa sempre più evidente. Nel 1969 avviene il riconoscimento della Doc, mentre nel 2009 il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene ottiene addirittura la Docg.
Il Prosecco è il nome del vino, ma non esiste come vitigno. Il suo principale vitigno è infatti la glera, vitigno a bacca bianca autoctono del nord Italia. Assieme alla glera, possono essere utilizzate altre varietà, fino a un massimo del 15%: Verdiso, Bianchetta Trevigiana, Perera, Glera lunga, Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio e Pinot Nero, vinificato in bianco.
Il Prosecco è un vino spumante, certo, ma come viene prodotto? La sua prima caratteristica è il metodo di spumantizzazione, che lo differenzia dagli spumanti metodo classico. Nel caso del Prosecco, il processo di rifermentazione che dà origine alle bollicine avviene in speciali botti (autoclavi) a pressione controllata (si dice metodo Martinotti o charmat). Nel caso del metodo Classico, invece, avviene in bottiglia. Il risultato è un vino più immediato, dalla bollicina meno elegante ma più festosa. Ed ecco la principale differenza tra prosecco e vino spumante classico.
A seconda poi degli zuccheri presenti nel vino, si possono distinguere diverse tipologie, dal brut nature (tra 0 e 3 g/l di zucchero presente), all'extra brut (da 0 a 6 g/l), brut (meno di 12 g/l), extra dry (da 12 a 17 g/l), dry (da 17 a 32 g/l) e demi sec (da 32 a 50 g/l). C'è poi il Prosecco Rosé, novità degli ultimi anni, e sempre negli ultimi anni si è fatto avanti il Prosecco rifermentato in bottiglia (spesso chiamato Colfondo): una tecnica tradizionale che, grazie all’affinamento sui lieviti naturali dell’uva, dà vita a un vino frizzante con una lieve velatura che rende più morbide e rotonde le sensazioni gustative.
Abbiamo già nominato la Strada del Prosecco e vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene. Con i suoi 90 chilometri di percorso, offre all'enoturista uno scenario straordinario, tra colline di vigneti ininterrotti, ma anche borghi straordinari ricchi di storia (e di ville incantevoli), insieme a testimonianze medievali, eremi, chiesette secolari e tracce di storia rurale e civile. Un percorso turistico reso ancor più affascinante dalla vocazione all'enoturismo delle cantine del Prosecco, ormai disponibili non soltanto per semplici degustazioni, ma per vere e proprie experience in vigna, cantina e magari in una spa annessa. E dal giacimento gastronomico della provincia di Treviso, che ben si sposa ad un calice di Prosecco.
Al boom del Prosecco nel mondo ha contribuito non poco il dilagare dello Spritz, il classico aperitivo veneto che è divenuto sinonimo in tutto il mondo di italianità e gusto. Alla base del Prosecco (preferibile una versione Extra Dry) si aggiunge Aperol (o Select), una fetta di arancia, un po' di soda, per un bicchiere intrigante fin dal colore, e poi all'assaggio, mai troppo alcolico, ideale per chi vuole fare festa. La fama dello Spritz ha poi contribuito alla creazione di tanti altri cocktail a base Prosecco: tutti quegli sparkling protagonisti all'ora dell'aperitivo.
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