Che sia per una vacanza o per la vita, la Provincia di Trapani offre ai suoi cittadini e visitatori la possibilità di scoprire sempre nuovi tesori dall'inestimabile valore in termini di paesaggi, arte, storia e tradizioni.
Grazie al fermento culturale che ha caratterizzato la sua storia, ogni suo comune possiede peculiarità e caratteristiche proprie ed irripetibili.
Vi presentiamo di seguito il comune di Mazara del Vallo, per millenni crocevia di popoli la cui traccia storica la rende unica nel panorama delle città siciliane.
Per millenni terra di conquiste ma anche di scambi culturali, crocevia per le merci di tutto il mediterraneo, qui nel tempo si sono insediati Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani Arabi, Normanni.
I Fenici ne fecero un importante emporio mercantile ela chiamarono Mazar (la rocca); Greci e Cartaginesi, intorno al 400 a.C. se lacontesero per la sua posizione strategica; i Romani ci hanno lasciato ineredità il bellissimo pavimento musivo raffigurante un cervo dorato ritrovatonella chiesa di san Nicolò Lo Regale; Gli Arabi nell’827 la scelsero per illoro sbarco in Sicilia e la elessero capoluogo di una delle tre Valli, la Valdi Mazara; gli Arabi introdussero nell’isola nuove colture (limoni e aranci) enuove tecniche di coltivazione, ma anche la creazione di un centro di studiislamici; i Normanni edificarono una serie di complessi monastici, di chiese elussuosi palazzi, molti dei quali ristrutturati nel periodo barocco.
Il variegato panorama architettonico che riflette le varie culture intrecciatesi attraverso le epoche in questa preziosa culla del Mediterraneo, vanta un cospicuo numero di chiese, tanto da far meritare a Mazara l’appellativo di “città dalle 100 chiese”. Meritano una visita la chiesa di S. Caterina, dalla pregevole facciata barocca, la chiesetta normanna di S. Nicolò Regale, infine la chiesa di S. Francesco, un magnifico esempio di arte barocca, ricca di policromie e decorazioni, situata ai bordi della Casbah, la parte più antica e affascinante della città, che conserva molti caratteri residenziali degli antichi insediamenti islamici.
Qui, grazie all’aiuto dell’amministrazione comunale i tunisini hanno rimesso a nuovo le loro case, e abbellito le facciate, i vicoli e le piazze con maioliche.
Durante il Medioevo convivevano in città ben 4gruppi etnici (i latini, i greci, i musulmani e gli ebrei) che diedero vita a 4quartieri distinti: San Francesco (il quartiere della Casbah), San Giovanni, Giudecca e Xitta. Ma fu solo dopo la conquista degli Arabi nel IX secolo che ebbe inizio un’era di florida ripresa dopo un periodo di decadenza. La città conobbe infatti, sotto il dominio arabo, un intenso sviluppo urbanistico il cui impianto è ancora oggi riscontrabile nell’intricato tessuto di strette vie de centro storico.
Con l’arrivo dei Normanni, invece, si assiste ad un fiorire di complessi monastici, di chiese e lussuosi palazzi, ancora oggi splendidi, molti dei quali ristrutturati nel periodo barocco.
Particolarmente degna di nota è di certo la cattedrale del Santissimo Salvatore, che domina su tutti per mole e importanza, la quale venne edificata dal conte Ruggero ed è un vero scrigno di tesori. Al suo interno si trova una notevole quantità di decorazioni e opere di alto valore artistico. L’imponente gruppo della Trasfigurazione di Antonello e Antonino del 1535, i dipinti di Giambecchina e un affresco medievale con il Cristo Pantocrator del sec. XIII-XIV per ricordarne solo alcuni.
Non dimentichiamo infine che, precisamente in piazza Plebiscito, la città custodisce un capolavoro risalente al IV sec a.C. che richiama molti visitatori: quella del Satiro Danzante, una bellissima statua bronzea ritrovata solo nel 1998 da un peschereccio.
Oltre al suo patrimonio artistico ed architettonico, la città vanta diversi motivi di interesse paesaggistico e culturale.
A cominciare dalla lunga spiaggia di Tonnarella, che si estende per circa 8 chilometri, è caratterizzata da sabbia dorata ed acque limpide, ideale, nelle giornate più ventose, pel gli amanti del kitesurf.
Le vicine riserve naturali di lago Preola e Gorghi Tondi (gestite dal WWF),poi, offrono la possibilità di osservare molte specie di uccelli acquatici, mentre la riserva di Capo Feto, una striscia di territorio separata dal mare da un rilievo sabbioso, che viene invaso dal mare in inverno e s’inaridisce in estate, gode di una particolare tutela per le molte specie endemiche d’interesse botanico.
E se la cultura islamica ha lasciato la sua impronta nell’impianto urbanistico e nelle tradizioni, anche quella cristiana ha lasciato il suo segno, non solo nell’architettura; molti i riti religiosi che si tengono in città, tra questi, il Rito dell’Aurora, in cui si festeggia il giorno di Pasqua la Resurrezione di Gesù e il Festino di San Vito, a fine agosto, con una pittoresca processione di marinai in costumi tradizionali e, nei giorni successivi, una rappresentazione di quadri viventi illustranti le vicende del Santo.
In questa terra ricca di suggestioni storiche ed artistiche una menzione speciale va sicuramente fatta per la gastronomia locale in cui, naturalmente primeggiano i piatti a base di pesce. Tra questi, a ulteriore conferma della tradizione araba che si respira in questa città, il couscous a base di semola cotta e condita con brodo di pesce costituisce uno dei piatti principali della tradizione, mentre il prodotto principe della cucina Mazarese è certamente, l’ormai famoso in tutto il mondo, Gambero Rosso di Mazara del Vallo.
In passato era scartato e gettato a mare durante le battute di pesca, oggi è il crostaceo più ricercato e pregiato.
La storia del Gambero rosso si intreccia a doppio filo con quella marinara della città. Già importante emporio fenicio, Mazara del Vallo vanta la marineria più grande d’Italia, la seconda in Europa. Una storia che inizia con la pesca di sussistenza, principalmente di pesce azzurro. Poi la svolta industriale a fine Settecento, grazie alla famiglia inglese degli Hoops che avvia la conservazione delle alici destinate alla flotta britannica.
Negli anni d’oro, quelli dalla fine degli anni Quaranta agli anni Novanta del secolo scorso, Mazara conta circa 1300 pescherecci dotati di tecnologia avanzata e specializzati nella pesca di altura di questo crostaceo. Oggi, di quei pescherecci ne rimangono circa sessanta, insieme ad una trentina di stabilimenti di lavorazione e conservazione del pesce. Colpa del caro carburante e della crisi economica, che fortunatamente non riesce a fermare la pesca del celebre Gambero Rosso.
Per potersi definire tale, il Gambero rosso di Mazara deve avere delle caratteristiche fisiche e organolettiche ben precise: alla vista, è di un colore rosso porpora quasi corallo, la testa ha alcune macchie scure tipiche del pregiato gambero rosso del mediterraneo mentre al palato ha un gusto unico, grazie all’alternanza di note decise e dolci. Caratteristiche che derivano dall’alta percentuale di evaporazione del mare che arricchisce il gambero di sali minerali conferendogli una carne molto iodata, densa, delicata dal taglio facile e senza sfilacciamenti.
In pescheria il prezzo oscilla dai 50 ai 60 euro a Kg per la pezzatura più grande. L’abbattimento a bordo consente di mantenere intatte le proprietà organolettiche, la qualità, il gusto e la freschezza del gambero.
L’antica tradizione multietnica, il clima, la posizione geografica e l’eccellenza dei prodotti, conferiscono alla cucina tipica della città un valore inestimabile che già da solo è un motivo sufficiente per visitare questo meraviglioso scrigno del mediterraneo.