Tra i Monumenti storici di Taormina sicuramente da non perdere è il Palazzo Corvaja.
La sua prima edificazione si ebbe in epoca araba (XI sec.), durante il quale fu costruita la prima torre del palazzo a forma di cubo. Questo fu poi ampliato nel XIV e XV secolo assumendo la conformazione attuale, nel quale si può notare la matrice araba mischiata ad influenze normanne, gotiche, catalane e chiaramontani.
Nel 1411 il palazzo fu sede del Parlamento Siciliano che alla presenza della Regina Bianca di Navarra, reggente del regno di Sicilia elesse il Re.
Il palazzo venne poi abitato dalla potente famiglia Corvaja, dal quale prese il nome, fino alla seconda guerra mondiale.
Sulla facciata si possono ammirare diverse incisioni che evidenziano le scelte morali e religiosi dei signori che abitarono il palazzo:
DEUS DILIGERE PRUDENTIA EST A EUM ADORARI JUSTITIA
Nel'amare Iddio sta la prudenza nell'adorarLo la giustizia)
PAR DOMINUS E COELO SED MINORI DOMINO
(Una casa come questa discende dal cielo ma sotto un signore minore di Dio)
NULLIS IN ADVERBIS AB EO ABSTAHI FORTITUDO EST NULLIS ELLECEBRIS EMOLIRI TEMPERANTIA EST ET IN HIS SUNT ACTUS VIRTUTUM
(Nel non scostarsi da Lui in ogni avversità la fortezza In non lasciarsi vincere dalle seduzioni del piacere la temperanza Ed in queste cose si trovano gli atti delle virtù)
ESTO MIHI LOCU REFUGII
(Questo mi sia luogo di asilo)
Queste iscrizioni si riferiscono alle quattro virtù morali che debbono essere possedute dal signore: Fede, Giustizia, Fortezza, Temperanza. Si trovano sul lato sud-est e quello nord-est del palazzo.
La sua facciata anteriore, che si affaccia su Piazza Badia, misura circa 25 metri ed è divisa a metà da una fascia sulla quale è un'elegante cornice. La fascia viene divisa da due liste di pietra nera incastonati da quadrati bianchi al cui interno si trovano parecchie iscrizioni.
Sopra la fascia si trovano quattro finestre bifore ad arco acuto sostenute nel mezzo da una colonnina sottile. Ancora più in alto, nel terzo piano, si vedono tre finestrine ad arco pigiato.
Sul lato sud-ovest si apre la porta d'ingresso che immette in un cortile dove si trova una scalinata che porta al primo piano e quindi ad una saletta d'ingresso ed al magnifico grande salone. Sul davanzale della scala si può notare un bassorilievo con pannelli scolpiti che rappresentano la Creazione di Eva, il Peccato originale e la Cacciata dal Paradiso.
Il salone che si trova al primo piano è illuminato da sei finestre ed un tempo era adibito alle adunanze. E' qui che il parlamento siciliano elesse il nuovo Re. Sulla parte sinistra si trova un salottino separato con pregevoli affreschi. Al centro è rappresentato Daniele nella fossa dei leoni, un uomo sorretto da un angelo che cala nella fossa del pane e del vino. Sul lato sud-ovest si trova l'affresco della Madre dei Maccabei, sul lato sud-est quello di Assuero ed Ester con patibolo preparato da Aman per Mardoche, mentre sul lato nord-est La fuga in Egitto.
Alla fine della seconda guerra mondiale, il palazzo versava in condizioni pietose ed era stato occupato da alcune famiglie che vi si erano stabilite. Il primo sindaco del dopoguerra fece espropriare il palazzo e per tre anni si procedette al restauro completo ad opera dell'architetto napoletano Armando Dillon.
Oggi Palazzo Corvaja ospita il Museo Siciliano di Arte e Tradizioni Popolari ed anche l'ufficio informazioni turistico.