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Lampade di Design - La Lampada ad Arco

L'oggetto di design è il prodotto di un processo sia artistico che funzionale. Cadeva l'anno 1851 quando la parola design fu utilizzata per la prima volta da Henry Coll, in occasione della prima esposizione universale in Inghilterra.

Fu così che anche un prodotto industriale cominciò ad essere considerato al pari di un'opera d'arte, poiché la progettazione dell'oggetto di design è sia frutto di uno studio approfondito dei materiali e delle possibili funzionalità che di una fine ricerca estetica. Gli oggetti di uso quotidiano divennero muse ispiratrici: specialmente tra le mura di casa avvenne una vera e propria rivoluzione, che andò a dare vita a quello che oggi chiamiamo Interior Design.

Nei nostri immobili ammiriamo continuamente esempi di architettura d'interni, che si avvalgono di oggetti di design più o meno conosciuti. Come ogni opera d'arte, ciascuno di questi oggetti nasconde una storia particolare: ne siamo sempre al corrente? Con questa rubrica vorremmo intraprendere con voi un viaggio per ricordare alcune opere eccezionali: quelle che sono entrati nelle nostre case e non ne sono più uscite.

In questo articolo parliamo di un oggetto molto amato dalla critica e dal pubblico: la lampada ad arco, un vero e proprio best seller. Qual è la storia di un tale successo? Eccone due esempi: Arco Flos e Twiggy.



La prima la conosciamo tutti, l'abbiamo in casa o la vediamo regolarmente in casa di amici, l'originale o un'imitazione: Arco Flos è la prima lampada ad arco del design.

Era il 1962, influenzati dalla Pop Art e dal Ready Made, i fratelli Castiglioni si adoperano per decontestualizzare un oggetto di uso comune, la lampada, con l'intenzione di svincolarla dall'installazione fissa al soffitto. Il punto luce deve arrivare là dove vi è necessità, ricreando l'illuminazione di una lampada a sospensione.

Ogni singolo elemento che compone Arco ha un suo perché funzionale:

"Nella Arco niente è decorativo: anche gli spigoli smussati della base hanno una funzione, cioè quella di non urtarci; anche il foro non è una fantasia ma c’è per permettere di sollevare la base con più facilità." (Achille Castiglioni, Ottagono, 1970)

Per il contrappeso alla base, optarono per il marmo di carrara, poiché facilmente reperibile e abbastanza pesante da poter tenere bilanciata l'importante struttura. Trattandosi di una lampada di 65 kg i designer pensarono bene di introdurre un foro nel blocco di marmo, affinché con un attrezzo facilmente rinvenibile (come il manico di una scopa) si potesse spostare senza grandi problemi, preferibilmente in compagnia. La lunghezza dell'arco in acciaio è regolabile, per far arrivare il punto luce esattamente nel luogo desiderato.

L'Arco di Flos fa parte delle collezioni permanenti del Triennale Design Museum di Milano e del MoMA di New York in quanto è il primo oggetto industriale a cui fu conferito il diritto d'autore al pari di un'opera d'arte.
Dal 1962 viene prodotto senza modifiche, se non una variante con un variatore di intensità dal 2012.


 Bardolino (VR)
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Rimaniamo in Italia con un'altra azienda italiana di successo, Foscarini, fondata sull'isola di Murano (Venezia) nel 1981. Qui nel 2001 viene disegnata una lampada ad arco molto acclamata dal pubblico e dalla critica.

È Twiggy del designer Marc Sadler, che si ispirò alla curva di una canna da pesca in azione, immaginandosi alla fine di questa una lampadina:

“All’origine del progetto, l’idea era di realizzare una lampada dal carattere ludico: un pescatore, un manichino, che teneva una canna da pesca, e alla fine di questa canna da pesca immaginavo una lampadina”, spiega Marc Sadler.

 
La lampada ha come base un disco di metallo, dalla quale spunta un'asta sinuosa (la magrezza rimanda alla modella Twiggy) in materiale composito su base di fibra di vetro: l'immagine è quella di una canna di bambù su una macchia di acqua, che si muove flessuosamente e trova la sua posizione naturale.
L'altezza si può regolare ingegnosamente collocando o togliendo dei pesi appoggiati alla base di un grande diffusore.


Il progetto d'ideazione è stato portato avanti assieme al team della Foscarini, in quanto l'artista inizialmente aveva pensato alla realizzazione di qualcosa di più simile ad un braccio meccanico:


“Io pensavo di più a un braccio che si inclinava con dei sistemi meccanici”, racconta Marc Sadler. “Piano piano questa idea si è semplificata. (…) È nata perché volevamo avere qualcosa di semplice da costruire, ma anche da percepire”.

Foscarini viene rappresentata negli Spazio Soho a New York e Spazio Brera a Milano.


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