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Take, make, dispose. Non è un claim di successo ma lo slogan di un modello economico che a lungo andare si è rivelato dannoso - più che infruttuoso - per il Pianeta e per i suoi abitanti.
E così l’economia tradizionale viene scalzata per meriti, e non per moda, dall’economia circolare che, come suggerito dal nome, vuole creare una sorta di uroboro (per intenderci il serpente che si mangia la coda) dei rifiuti: l’inizio coincide con la fine che torna ad essere l’inizio.
Per dirla in parole povere “non si butta via nulla” ma tutto viene impiegato per un nuovo fine – product more with less, citando Michal R. Porter.
Il modello circolare non è un obbligo di legge o un feticismo da pollici verdi, ma un'economia che sfrutta tutte le opportunità di risparmio e reimpiego dei flussi di materia attualmente non valorizzati. Non è solo una questione legata ai rifiuti, ma riguarda ogni momento della vita di un prodotto, anche la distribuzione, ossia la fase che viene dopo la produzione e precede l’utilizzo del prodotto.
Ovvero? Il modo in cui i beni arrivano a noi, che siano stati acquistati al supermercato o che ci siano recapitati dal corriere dopo un acquisto online, ha una seria ripercussione sul nostro ambiente.
La distribuzione, e il commercio digitale in particolare, hanno ripercussioni importanti da un punto di vista economico, ambientale e sociale. Pensiamo per esempio alle conseguenze in termini di traffico ed emissioni di anidride carbonica che la consegna a domicilio di ogni nostro acquisto online ha sulle nostre strade. Se fino a poco tempo fa il problema era solo quello di tenere i magazzini e gli stabilimenti industriali lontani dai centri abitati, oggi ad ogni click corrisponde un ordine, una spedizione e quindi sempre più impegno per la logistica – e per l’ambiente!
Che fare dunque per salvare il salvabile? Per attenuare gli effetti negativi per l’ambiente, la logistica e i trasporti sono soggetti a ferree regolamentazioni. La logistica in tutte le sue fasi (approvvigionamento, ricerca delle materie prime, selezione, pianificazione dei trasporti) ha un impatto ambientale che molte aziende hanno cercato di ridurre con soluzioni ingegnose e lodevoli, come minimizzare il package o ridurre l'impatto ambientale delle consegne a domicilio.
"Modelli di circolarità e sostenibilità nella logistica e buone pratiche" è un intervento che il Professor Michele Merola del Centro Green dell’Università Bocconi di Milano ha tenuto in occasione del Convegno "Supply Chain e Reverse Logistics" organizzato da Assologistica Cultura e Formazione il 24 gennaio 2019 a Palazzo delle Stelline, Milano.
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