Max Bunker, al secolo Luciano Secchi, ideatore e autore di uno dei fumetti italiani più amati di sempre (oltre ai già noti, apprezzatissimi e di successo Kriminal e Satanik, collane regine di metà\fine anni ’60 del secolo scorso ed altre serie minori come Gesebel,Maxmagnus, Agente Dennis Cobb, Cliff, Maschera Nera ed altri), nel festeggiare il numero 650 del settembre 2023 di “Alan Ford”, un’eccellenza del fumetto italiano, ha contemporaneamente annunciato che nel 2024, con il numero 660, termineranno le pubblicazioni. Creato, come detto, a fine anni 60 dallo stesso Max Bunker, che ne ha interamente sceneggiato tutte le storie ad oggi pubblicate, il progetto venne alla luce con la collaborazione del bravissimo disegnatore Magnus (Roberto Raviola) che, oltre a caratterizzarne i vari personaggi della serie la disegnò per i primi 75 numeri, contribuendone in modo determinante al successo, seguito poi dai validissimi Paolo Piffarerio e successivamente, tra gli altri, da Dario Perucca che se ne è occupato dal 1986 a oggi. La ormai leggendaria collana è stata distribuita per la prima volta nel 1969, dall'Editoriale Corno, la prima casa editrice di Bunker che, alle sue tante prerogative di carattere creativo ha sempre abbinato anche una vision commerciale fuori dal comune, essendo stato, ad esempio, il primo ad importare sul mercato del fumetto domestico i supereroi americani della Marvel e DC Comics e ad anteporsi, forse unico in quel segmento di mercato, alla posizione dominante della Sergio Bonelli Editore (Tex, Zagor, Mister No, Dylan Dog e tanti altri). Il progetto "Alan Ford", dopo una timida partenza, si è affermato con il tempo grazie alla sua ricetta in grado di mescolare satira sociale e azione, tratti grotteschi e storie di spionaggio, con protagonisti personaggi iconici quali lo stesso Alan, che entra “obtorto collo” nel mitico Gruppo T.N.T. (uno scalcinato insieme di agenti segreti) sin dal primo numero, il Numero Uno (il capo indiscusso dall’età indefinita ed indefinibile, conoscitore di tutto e di tutti), Bob Rock, Il conte Oliver, Grunf, la Cariatide ed altri, diventando un caposaldo del panorama fumettistico italiano, riuscendo a superare i 50 anni di storia. Memorabili anche alcuni dei nemici criminali inventati da Bunker, come Superciuk, Gommaflex, Arsenico Lupòn e il Barone Wurdalak, macchiette satiriche anche e soprattutto di vicende di cronaca e politica nazionali. Sulla notizia del triste epilogo, peraltro ferale, luttuosa e spiacevolissima per tutti i suoi affezionati lettori, quelli soprattutto, come il sottoscritto, cresciuti con i suoi albi, spira in ogni caso un alone di mistero, da ricondurre magari ed auspicabilmente ad una attività di marketing orientata a risvegliare l’entusiasmo su una collana ed un personaggio che, dopo il picco degli anni ‘70\’80\’90, alimentato anche dalla trasposizione televisiva all’interno dell’iconico programma “SuperGulp, fumetti in TV” sulle reti Rai, è andato
naturalmente scemando, mantenendo solo lo zoccolo duro degli aficionados.
Personalmente, qualora fosse reale, ne sarei molto rattristrato poiché, come già detto, son cresciuto con i suoi albi, collezionandone gran parte di quanti ad oggi pubblicati nelle varie versioni, quella “original”, le ristampe varie, raccolte create ad hoc e denominate “verdi”, “rosse”, “al fluoro”, titoli di collane spin-off artatamente attinenti a supposte cromie che, in ogni caso, artisticamente parlando, non hanno mai superato il classico stupendo black & white originale e relative scale di grigi, facendone altresì addirittura complementi d’arredo con le edizioni cartonate, alla stregua di una sorta di National Geographic dell’arte fumettistica e dell’ironia. Le sue storie, satiriche e mai banali e con un tasso di ironia ineguagliabile, quanto originale ed irripetibile, hanno accompagnato la mia adolescenza e tutte le fasi successive, contribuendo a forgiare sicuramente una parte del mio carattere. Di sicuro gli devo qualcosa ed anche di più.Ho cercato di far proselitismo anche tra i figli e loro amicizie, trovando terreno fertile quanto a gradimento, in termini di narrazione di anedotti, ma non a sèguito, viste purtroppo o per fortuna non saprei (inutile giudicare ogni epoca ha le sue prerogative) le odierne mutate dinamiche dell’occupazione del tempo libero che han lasciato in disparte ormai l’ambito fumettistico, se non per precisi gruppi di appassionati.
Ne ho letti molti di fumetti, essendo un appassionato del genere, ma per quanto mi riguarda non ce n’è per nessuno: Alan Ford è ed è sempre stato una spanna al di sopra di tutto e tutti, almeno per il mercato italiano. Il grande Max (Bunker, il suo creatore, come ama definirsi) ne ha fatto anche una questione di lotta contro il monopolio del mercato di riferimento, come fosse una sorta di Davide contro Golia, costituendo una piccola casa editrice indipendente, la Max Bunker Production, per competere, per quanto possibile, con la Sergio Bonelli Editore di cui sopra che in Italia, sul mercato del fumetto, ha sempre dettato legge, facendo il bello ed il cattivo tempo.
Leggere la posta alla fine di ogni albo era un appuntamento imperdibile che allungava il piacere della lettura e dava un riscontro diretto con il fondatore, creatore e sceneggiatore unico ed inimitabile e soprattutto con le sue paturnie, veramente esilaranti contro tutto e tutti.
In definitiva una collana assolutamente di nicchia, un segmento di mercato che, mutatis mutandis, riscontro quotidianamente anche nell’attività professionale di intermediazione immobiliare sulla fascia degli immobili di pregio che abbiamo in vendita esclusiva, visionabili ai seguenti siti web:
Stefano Angeletti
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